Esistono vini per l’estate? O esistono vini per l’inverno?
Probabilmente nella mente di ogni produttore i propri vini sono degli all-seasons, capaci di abbinarsi a situazioni e proposte gastronomiche variegate. Senza voler tagliare con l’accetta la lista delle etichette su base stagionale, perché è giusto che ciascuno beva quel che gli garba, va riconosciuto però che il combinato disposto tra il calore del vino e il calore dell’estate possa rendere più faticosa una beva ad alta gradazione alcolica e tannica. E proprio per questo la bella stagione, che vira ormai stabilmente verso i 30 gradi di media, richiede accortezza nel preparare il secchiello del ghiaccio, perché bianchi, rossi o rosati che siano, i vini finiscono inevitabilmente per essere raffrescati. Sicuramente qualcuno ama i bianchi gelati e le bolle in versione ‘frozen’, ma anche approcciando la refrigerazione con maggiore moderazione va riconosciuta una gran bella godibilità nei calici che schivano la temperatura ambiente!
BOLLICINE TERRITORIALI
Per chi ama gli sparkling il pensiero va immediatamente alle bolle che raccontano i territori e in qualche caso sorprendono. La bassa gradazione e la facilità di beva fanno immediatamente pensare alla terra del Prosecco, dove la scorrevolezza si concilia con le atmosfere estive. Giocando di maggiore complessità ci si può divertire con espressioni eccellenti di Metodo Classico: partendo da Trento doc, e dopo l’inevitabile tappa in Franciacorta dove l’eleganza è di casa, passando per l’intrigante Alta Langa fino alle più curiose espressioni di Sicilia da Nerello Mascalese; approdando in terra marchigiana dove l’evoluzione vede l’utilizzo di basi Verdicchio e Montepulciano.
L’ALLEGRIA DI RIFERMENTATI E LAMBRUSCHI
Moda effimera o ritorno alle radici? Ai posteri l’ardua sentenza… ma risulta evidente il successo crescente dei vini prodotti con il cosiddetto ‘metodo ancestrale’. Nettamente più semplici rispetto al metodo classico, proprio per questo spesso raccontano l’anima delle cantine con una schiettezza che conquista i giovani e altrettanto spesso diverte. Per chiudere il cerchio delle bolle non può mancare la citazione della bolla rossa per eccellenza: sua maestà il Lambrusco. La produzione da milioni di bottiglie ne ha appannato l’immagine ma negli ultimi anni i produttori hanno saputo raddrizzare la barra del timone e si possono scoprire prodotti che soddisfano i palati più esigenti.
BIANCHI… MA NON SCONTATI
Quando si entra nel mondo dei vini bianchi per l’estate è facile scivolare sullo scontato, perché un bianco freddo e beverino rischia di essere la scelta più banale. Per questo una scorribanda lungo la penisola vale la scoperta di etichette che sappiano parlare di territorio e allo stesso tempo offrano un’esperienza diversa. Partendo da sud, anzi dalle isole, tra i vitigni siciliani vinificati in bianco spicca per identità e carattere il Catarratto, che unisce una bella acidità e freschezza aromatica a una sapidità legata alla presenza potente del mare. Il vitigno si esprime bene in quasi tutto il territorio ma sull’Etna risulta più vibrante. In Sardegna merita di essere ri-scoperto il Nuragus che unisce elegantemente frutto e salsedine. La Campania dei vini bianchi è entusiasmante, soprattutto nell’espressione del Fiano e della Falanghina, che nell’area partenopea emerge con fascino e potenza. Attraversando il Lazio il Maturano, recuperato da poco, ti sorprende con la sua mineralità.
Dici Marche in bianco e pensi Verdicchio, vitigno apprezzato da critica e appassionati. Salendo in Toscana l’estate richiama verso la costa e non si può eludere il gioco del Vermentino, ma se arriviamo nel cuore della regione ecco apparire la regina bianca, ovvero la Vernaccia di San Gimignano. Spostandoci nel nord-est ecco tre sfumature di territorio che vanno valorizzate nel calice estivo: in Valbelluna la Bianchetta, un autoctono molto versatile; sui Colli Orientali del Friuli la Ribolla è un vino senza tempo, mentre in Alto Adige l’antico ma sempre emergente Sauvignon Blanc.
L’ESTATE IN ROSE’
Considerato il colore del calice più apprezzato d’estate, il rosè diventa sempre più una scoperta anche per il consumatore italiano, specie quando i produttori giocano di finezza e territorialità. Il primo che viene in mente è il Chiaretto di Bardolino, rosato Doc prodotto sul fronte veronese del Lago di Garda. Spostandosi in centro Italia il Cerasuolo d’Abbruzzo è un vino dall’aurea estiva per sua natura; poco lontano, nel marchigiano, si sta caldeggiando lo sviluppo di una produzione di rosati da Montepulciano. Anche in Sicilia non mancano cantine che sappiano valorizzare le uve rosse dell’isola, mentre in Sardegna non rinunciano al colore e ad un’identità marcata.
ROSSI DA RAFFRESCARE
Chi ha detto che in estate i vini rossi vanno dimenticati in cantina? Per fortuna non è più opinione né pratica comune quella di tralasciare i calici più ‘colorati’ e, anzi, non sono poche le occasioni di un sorso materico eppure lieve, magari raffrescato in glacette. Qualche esempio? Come dimenticare un Grignolino d’Asti? Vitigno nobile e raffinato che porta nel calice piccoli frutti rossi e profondità. In Toscana si può riscoprire qualche espressione meno ardita di Sangiovese; mentre in Campania può vibrare nel calice, con grazia e leggerezza, un Pallagrello rosso. Approdando in Sicilia, sull’Etna si lavora molto di essenzialità sul Nerello Mascalese che lascia nel calice un rosso di bella trasparenza e leggerezza.
Esistono, quindi, i vini per l’estate? O esistono i vini per l’inverno?
Esistono i Vini, quelli capaci di offrire la migliore esaltazione del proprio gusto personale. E sono proprio quelli i vini perfetti per la vostra estate o per il vostro inverno!
fonte: Italia a tavola