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Il profumo del vino: esuberanza fa rima con “poca sostanza”

Di Simona Abate (“dalla lezione del Corso di Conoscenza di Sandro Sangiorgi, presso Porthos Associazione Culturale – Roma -)

www.porthos.it

L’esuberanza dell’odore di un vino non è da considerarsi immediatamente come un elemento di qualità, è di certo una caratteristica ma, se non è accompagnata da altro, resta una componente fine a sé stessa.

Non è un caso che gran parte dei vini “commerciali” posseggano una certa esuberanza odorosa prontamente esaminata e restituita da critici, giornalisti e Sommelier attraverso un elenco dettagliato dei diversi sentori.

Come se un vino che ha solo 5 riconoscimenti sia meno buono di un altro che ne ha 15…

Potrebbe anche essere così ma non è questa la cosa più importante. Pensiamo al Moscato, al Gewurztraminer, al Riesling oppure al Pinot Noir… sono vini in cui è possibile trovare tanti sentori ma allora il Trebbiano e il Sangiovese che hanno meno note fruttate, floreali o speziate non sono vini buoni? Ma certo che no!

L’elemento importante nell’esame olfattivo è la VARIETA’ che non è legata al numero di sentori esistente, ma all’ imprevedibilità con la quale questo patrimonio viene fuori.

Detto ciò, se ci capita nel calice un vino che, ad esempio, ha solo 5 note olfattive, si dovrà fare attenzione a come queste vengono rilasciate, alla loro progressione, al loro modo di donarsi… come intendono rivelarsi a noi.

Quando si annusa un vino e si trovano dei profumi, si dovranno notare le variazioni sul tema che si sviluppano e si trasformano nei minuti successivi e, in diversi casi, nelle ore durante le quali il calice e la bottiglia sono esposti all’aria; questa è la varietà nell’imprevedibilità.

Sembra inoltre che l’imprevedibilità con la quale la varietà odorosa ci viene concessa dipenda dalle fermentazioni spontanee.

Altro elemento importante dell’esame olfattivo è la PROFONDITÀ che si può avvertire con una semplice prova: si mette il naso nel calice, si inala e se alla fine dell’inalazione si ha la sensazione che ci sia ancora altro da scoprire, vuol dire che il profumo ha una sua profondità, ma se ci si accorge che, dopo la seconda o terza annusata, non c’è più niente da cercare vuol dire che il vino ne è privo.

La profondità odorosa è un elemento qualitativo di un vino, è la proprietà di un vino che può fare bene nel tempo.

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