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Vino: brevi cenni storici

Uno dei più antichi esseri viventi in natura è la vite selvatica che appare sulla terra 60 milioni di anni fa, mentre quella da vino, “Vitis Vinifera” fa la sua comparsa “solo” 1 milione di anni fa. 

La prima vinificazione seriale è stata trovata in Armenia nel 4.100 a.C. circa, con la scoperta della più antica cantina per la conservazione esistente.

Prima del III sec. D.C. le anfore di terracotta furono i contenitori primari per il vino ma anche per olio, frutta, garum (salsa di pesce) e datteri.

La loro forma affusolata ben si adattava al posizionamento nel terreno e nelle stive delle navi che le trasportavano in tutto l’impero. Avevano la capacità di una ventina di litri, chiuse con tappi di sughero o legno e sigillate con pece, resina, pozzolana, calce e gesso.  Si pensa che una nave adibita al solo trasporto di vino, potesse contenere tra le 2000 e le 3000 anfore le quali erano dotate di una sorta di etichetta (pittacium) che riportava il nome del produttore, la provenienza e il nome del console in carica. Successivamente si pensò a una chiusura ermetica che permise al vino di poter maturare in un ambiente privo di ossigeno.

“Su dunque, portatemi il fumoso Falerno del console antico e scogliete i lacci all’anfora di Chio”  invoca Tibullo nel giorno dell’ Ambarvalia.

La viticultura si è diffusa a partire dal Monte Ararat (nel Caucaso) in Mesopotamia, Medio Oriente, Mediterraneo ed infine nel Nord Europa. Le prime varietà furono selezionate nell’area che va dal Caucaso all’Egitto denominata “mezzaluna fertile” che comprendeva anche la Mesopotamia (tra il Tigri e l’Eufrate).

Dalla “mezzaluna fertile” la vite è giunta nel Mediterraneo in cui la Grecia ha assunto un ruolo molto importante nella trasmissione della civiltà del vino. A partire dall’VIII sec. A.C. i Greci portarono le varietà Aminee ed Apiane. Tra le Aminee ricordiamo l’Aglianico (cioè l’Ellenicum), la Falerna, i diversi Greco, il Fiano, La Falanghina, il Riesling Renano, lo Chassellas e il Meunier. Fra le varietà Apiane si citano le grandi e numerose famiglie di Moscati e Malvasie. A quell’epoca le varietà erano tantissime, Plinio dice che erano numerose quanto i granelli di sabbia di una spiaggia.

Il vino Greco veniva esportato anche in Egitto, lungo le coste del Mar Nero e a partire dal V Secolo A.c. anche nella regione del Danubio.

Per quanto riguarda la viticoltura in Italia, alcuni storici la fanno risalire attorno al I millennio a.C., durante i primi viaggi dei Greci.

Furono i Romani a creare quel grande ed importante movimento che farà del vino un’istituzione in tutta Europa. Ma già da prima, grazie all’enorme diffusione di buon vino concentrata nella nostra penisola, l’Italia veniva chiamata Enotria tellus, ovvero terra del vino. Il vino dell’antichità era molto diverso da quello che beviamo noi oggi, era un vino al quale veniva aggiunta una gran quantità di aromi e diluenti, fra i quali acqua di mare, spezie, miele e resina. Il vino puro era difficile da bere specialmente quando lo si aromatizzava con erbe ed altri intrugli, era necessario quindi imparare l’arte del taglio del vino con l’acqua, che per i Greci era un indice del livello di civilizzazione.

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