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Ds Bio

Lazio

Ds Bio nasce nel 2012, e io ne rappresento la prima generazione in quanto i miei genitori non si occupavano di agricoltura e possedevano dei terreni di proprietà qui a Pescosolido.

Località del Vigneto:
Pescosolido – Forcella (Lazio)

Sistema di allevamento
Alberata maritata all’ulivo, spalliera, Guyot

Tipo di agricoltura
Biodinamica

Certificazioni Uve:
Biologica/Biodinamica

L’Azienda Ds Bio è situata nel Comune di Pescosolido, nella provincia di Frosinone, a 630 metri sul livello del mare.

Danilo, raccontaci un po’ la storia della tua Azienda Agricola.

Allora, la mia Azienda nasce nel 2012, ed io ne rappresento la prima generazione in quanto i miei genitori non si occupavano di agricoltura e possedevano dei terreni di proprietà qui a Pescosolido, ma senza avere un’attività ad essi collegata proprio come me, che ho fatto un percorso di studi diverso da quello agrario.

Nonostante ciò, le mie passioni sono sempre state il vino e i cavalli, e ho fatto di tutto per farle incontrare infatti, nella mia Azienda, oltre a coltivare i vitigni autoctoni del territorio allevo anche cavalli, come il Pony di Esperia che è una razza in via di estinzione tipica del basso Lazio.

La mia Azienda è composta da 21 ettari in totale, di cui però solo 2 ettari e mezzo di superficie vitata. La restante parte è occupata da uliveti, prati pascolo per i cavalli, oltre a svariate colture, e boschi che donano una grande biodiversità e dove è possibile trovare diverse specie arboree che arricchiscono l’ecosistema contribuendo alla sostenibilità dell’ambiente circostante.

I 2 ettari e mezzo di vigneto sono distribuiti su 12 appezzamenti diversi a causa del territorio che è abbastanza frastagliato, essendo in prevalenza un territorio montano e quindi caratterizzato da piccoli fazzoletti di terra dove occorre impiantare piccoli vigneti, in base all’esposizione solare, all’inclinazione, e studiare per ogni appezzamento quale vitigno coltivare.

 

Quali sono i vitigni autoctoni che coltivi nei tuoi vigneti?

I vitigni che coltivo sono il Maturano, il Lecinaro, l’uva Giulia.

Tali vitigni sono sempre esistiti in questo territorio ma è solo da pochi decenni che sono stati riscoperti, in quanto i contadini preferivano vitigni più generosi e facili da coltivare. Addirittura l’uva giulia è stata iscritta nel registro dei vitigni autoctoni proprio quest’anno, è un’uva che si trova solo nel territorio di Pescosolido e pochi altri territori limitrofi, e attualmente la nostra Azienda è l’unica a vinificarla. L’uva giulia è presente nella percentuale del 20% nel vino “Volumnia”, ma insieme al nostro enologo stiamo studiando una possibile vinificazione futura in purezza.

Inoltre, coltiviamo degli appezzamenti con piante a piede franco che fanno parte dei terreni che ho recuperato da parte di mio nonno, piante che hanno un’età media di 100/120 anni e sono allevate con il sistema dell’alberata maritata all’ulivo, l’antica tecnica di coltivazione dell’appennino centrale e della terra di lavoro, perché il nostro territorio, Pescosolido, si trova ora nel Lazio ma fino a 100 anni fa faceva parte del Regno delle due Sicilie ed era un comune della provincia di Caserta.

La prima vendemmia ufficiale è avvenuta nel 2016 dove producemmo solo 3000 bottiglie. Fu un’annata baciata dalla fortuna in quanto l’Azienda vinse il premio come miglior vino bianco ad Autocthona, la fiera che si svolge a Bolzano che premia tutti i vini da vitigni autoctoni, e devo dire che è stato un bel trampolino di lancio perché grazie a quel premio, Ds Bio è diventata popolare alle cronache nazionali quindi capirai che è stato un bel debutto per noi.

Ad oggi la nostra produzione si aggira sulle 12/15.000 bottiglie, ma l’Azienda è in espansione perché proprio in questi giorni stiamo piantando altri due appezzamenti con l’obiettivo di raggiungere i 5 ettari vitati che credo raggiungeremo nei prossimi 4/5 anni, con una produzione totale di circa 35.000 bottiglie.

 

Quali metodi di coltivazione applicate in vigna?

L’azienda è certificata sia come agricoltura biologica che biodinamica fin dalla sua nascita, per cui dal primo giorno abbiamo utilizzato i preparati biodinamici ( corno letame e silice) che per noi è l’unica scelta possibile per un territorio incontaminato come quello in cui ci troviamo, dove si è sempre praticata un’agricoltura di sussistenza a livello familiare quindi non si è mai usata la chimica, preservando in questo modo un ecosistema che è rimasto immutato da almeno un secolo, quindi solo dei folli avrebbero potuto rovinare un tale equilibrio facendo un’agricoltura convenzionale.

Devo molto anche a degli esperti che mi hanno consigliato al meglio come Carlo Noro, uno dei più grandi allestitori di preparati biodinamici, e il mio Enologo Michele Lorenzetti. Sono stati proprio loro ad insegnarmi un approccio più concreto nei confronti della biodinamica, anche contestualizzato al territorio e ai cambiamenti climatici.

 

Danilo, puoi parlarci di come avviene la vinificazione delle uve?

Facciamo fermentazioni spontanee, usiamo bassissime quantità di anidride solforosa e tutti i vini attualmente in commercio vengono vinificati o in cemento o in acciaio, ad esempio il Palmieri ( Lecinaro in purezza) fa solo acciaio, mentre gli altri tre vini ( Matre, Arcaro e Volumnia) vengono vinificati esclusivamente in cemento.

Non utilizziamo il legno perché significherebbe coprire la mineralità dei vini con dei sentori terziari, infatti il nostro territorio è ricco di calcare e minerali come la bauxite i quali, attraverso l’agricoltura biodinamica, vengono trasmessi ai vini e che a noi piace ritrovare nel bicchiere.

C’è da dire anche che i vitigni che coltiviamo si prestano a non fare passaggi in legno in quanto sono vitigni poco tannici, per cui non hanno la necessità di essere ammorbiditi. Solo l’uva giulia, che al momento non è vinificata in purezza, in un futuro avrà bisogno del passaggio in legno per smussare la sua elevata tannicità.

I travasi vengono effettuati per gravità senza l’utilizzo di pompe per non provocare stress al vino.

I vini hanno un periodo di affinamento in bottiglia di un anno, in quanto ci teniamo ad un buon grado di stabilizzazione dei vini che, avendo un bassissimo contenuto di anidride solforosa, è giusto riposino in bottiglia per più tempo.

DS BIO

VOLUMNIA 2019

Dai vitigni Lecinaro, Sangiovese e Uva Giulia nasce questo vino le cui uve sono state allevate tramite alberata maritata all’olivo. Ci troviamo a Pescosolido nella provincia di Frosinone dove la vigna è circondata da uliveti, prati pascolo per i cavalli e boschi. Un’immensa biodiversità unita all’agricoltura biodinamica, ci regala la gioia di un vino intriso di vita. Color rubino intenso, al naso affiorano deliziose note di frutti rossi, mora, mirtilli, e prugna. In bocca è fresco, morbido e piacevolmente salino che lo rende di facile beva.

DS BIO

MATRE 2018

Questo vino affascina già dal metodo di allevamento ossia la” Vite maritata”: la pianta è come sposata all’albero, in questo caso di olivo, a cui si avvinghia. In località Forcella nella provincia di Frosinone, Danilo Scenna coltiva in biologico e biodinamico per darci la gioia di un vino vinificato e affinato in vasche di cemento. Fermentato spontaneamente, nessuna chiarifica e filtrazione e solo 24 mg / lt di anidride solforosa totale.

Fatevi ammaliare dal suo giallo paglierino intenso, con al naso delicate note di ginestra, camomilla e mela cotogna. In bocca è fresco e salino, con un piacevole finale amarognolo che vi chiede disperatamente il sorso successivo.

DS BIO

ARCARO 2019

Da uve Maturano in purezza, questo vino nasce in località Pescosolido da vigneto a conduzione biologica e biodinamica, con lo scopo di custodire la vita dentro e fuori la terra fino a raggiungere il calice, dove troverete la gioia di un vino dotato di un affascinante mineralità e pienezza gustativa. Servire a 8 / 10° C.

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