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Andrea Tirelli

Piemonte

L’azienda era di mio nonno che purtroppo non ho mai conosciuto ed è stata mandata avanti da mio zio. Mi trovo sui colli tortonesi, qui produco barbera, freisa, cortese e timorasso

Località del Vigneto:
Colli Tortonesi (Piemonte) 

Tipo di Agricoltura:
Biologica/Biodinamica

Sistema di allevamento
Guyot

Certificazioni Uve:
Biologica

Andrea, come nasce la tua storia nel mondo del vino?

L’azienda era di mio nonno, che purtroppo non ho mai conosciuto, ed è stata mandata avanti da mio zio. Era un’azienda contadina dove oltre alle vigne c’erano seminativi vari (grano, erba medica, avena, frutteto…), non ha quindi mai avuto modo di provare ad imbottigliare.

Io fin dall’infanzia, appena mi era possibile (non abitando nel luogo dell’Azienda), venivo ad aiutare mio zio nelle varie mansioni. I momenti che più mi affascinavano però erano quelli che riguardavano il lavoro in vigna, soprattutto la vendemmia. C’è stato poi modo di rilevare l’azienda nel momento in cui mio zio (senza eredi) è andato in pensione. Ho deciso di basare l’azienda solo ed esclusivamente sulla gestione dell’uva, tenendo vigne vecchie e facendo nuovi impianti sempre con vitigni autoctoni.

Parlaci del tuo territorio

La mia Azienda si trova sui colli tortonesi in Piemonte, e abbiamo la fortuna di avere un terreno molto eterogeneo. Dolci colline composte da argilla, marne, calcare, fossili, principalmente mischiati fra di loro. Il microclima è veramente particolare essendo il nostro territorio in una posizione più unica che rara: circondati dall’arco alpino a ovest e a nord, dall’appennino a sud e a est, soggetti ad una forte influenza marina grazie alla breve distanza dal golfo di Genova e ai venti di mare che soffiano quasi costantemente da sud. Il risultato è un microclima ottimale per la viticultura. Basti pensare che il primo insediamento vitivinicolo della zona risale al 49° A.C. attribuito ai Celti Liguri.

Quali sono i vini che produci?

Produco barbera, freisa, cortese e timorasso – non ho scelto ma ho mantenuto la tradizione di coltivare tutti vitigni autoctoni.

Territorio – vitigno – vignaiolo – Sono i tre fattori che rendono unici i miei vini. Passione nella gestione del vigneto, rispetto totale della natura, pazienza e attesa in cantina senza forzature né chimiche né meccaniche sui vini.

Qual è a parte più difficile e frustrante del tuo lavoro di vignaiolo?

Io reputo questo lavoro come una fortuna e scelta di vita, dove le varie difficoltà vengono annullate dalle soddisfazioni. Difficile e frustrante sono aggettivi che posso attribuire alla gestione burocratica dell’azienda che mi porta via moltissimo tempo che potrei dedicare alla vigna, alla cantina e ai miei clienti e in secondo luogo alle avversità climatiche sempre più frequenti (gelate primaverili, grandinate, siccità …)

Qual è la tua filosofia in vigna?

Personalmente lavoro sia in vigneto che in cantina con il minor impatto possibile sull’ambiente, rendendo il luogo circostante in armonia con la natura: preferisco i lavori manuali a quelli meccanici, quindi minor uso di macchine agricole – gestione del terreno senza concimazioni ma con sovesci di svariate erbe, sempre autoctone, per mantenere la biodiversità del territorio – non utilizzo la chimica di sintesi, cercando in questo modo un equilibrio. Le caratteristiche di tutte le vendemmie, io le interpreto come se fosse un racconto o una fotografia dell’intero anno appena passato. L’annata 2020  è stata molto difficile e impegnativa a causa di una brutta grandinata a inizio luglio, mi sono dovuto impegnare più del solito per portare in cantina la poca uva rimasta con qualità soddisfacente.

E cosa accade quando le uve raggiungono la Cantina?

La fermentazione avviene con lieviti indigeni e dipende sempre dall’anno in corso, può durare 15 giorni su un vino o due anni su un altro, inoltre non eseguiamo né chiarifiche e né filtrazioni

I miei vini non sono omologati, ma espressione del territorio, dove ogni annata, ogni vitigno e ogni singola bottiglia risultano diverse tra loro sperando di regalare piacevolezza ed emozioni a chi li beve.

A quali piatti si abbinano i tuoi vini?

Io li abbinerei ad una tavolata di amici spensierati. I vini fatti con questa filosofia non sono considerati da me bevande, ma veri e propri nutrienti che fanno bene sia allo spirito che al corpo.

ANDREA TIRELLI
TERRAPURA 2011

Questo è un vino fuori dal tempo, una barbera che ha tantissime cose da raccontare, un vino che parla la lingua di un altro pianeta.
Vino da agricoltura biodinamica che Andrea Tirelli ha accompagnato in bottiglia come un figlio, e lo ha preparato a vivere una vita lunga e a dare emozioni a chi lo berrà. Affinamento di 60 mesi in botti di rovere sigillate da 500 litri, il risultato è un vino dal profumo intenso a tratti di mora marasca e prugna essiccata, a tratti etereo. Equilibrio, pienezza, eleganza…Vino memorabile

ANDREA TIRELLI
DRUID 2018

Nel comune di Costa Vescovato e precisamente nella frazione Montale Celli, Andrea Tirelli coltiva la sua Freisa in regime di agricoltura biodinamica, stimolando e custodendo la vita del vigneto per produrre un vino che imbottiglierà nella primavera del 2019.
Rosso rubino intenso con riflessi violacei, si percepiscono note di mora marasca e prugna, sorprende ed entusiasma la pienezza gustativa. C’è una certa compulsione a versare il vino nel calice. Servire a 14 ° C.

ANDREA TIRELLI
MUNTÀ 2018

Ci troviamo nei Colli Tortonesi in Piemonte, dove Andrea Tirelli produce questo vino da uve cortese in regime di agricoltura biodinamica. La vita dalla vigna prosegue il suo cammino ed arriva in cantina attraverso uve lasciate fermentare spontaneamente e che fanno una breve macerazione sulle bucce di 5/6 giorni. Il vino non subisce nè chiarifica e nè filtrazione, e arriva vivo nel calice donando profumi floreali e fruttati, sentori balsamici e speziati, una spiccata mineralità e una lunga persistenza.

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