Podere della Bruciata

Andrea, come nasce la tua Cantina?

Podere della Bruciata nasce 60 anni fa con mio nonno Ermete, non più in vita ma sempre presente in Azienda attraverso i nostri ricordi e a un vino che gli abbiamo dedicato: “Ermete” il Rosso di Montepulciano, che è anche la nostra prima etichetta.

La nostra è sempre stata una piccola Cantina a gestione familiare, molto artigianale in quanto tutti i processi sono prevalentemente manuali, e impostata da sempre sull’agricoltura biologica

Quali sono i vitigni che coltivate?

Al Podere coltiviamo piccoli appezzamenti di vigneti aventi tutti un terroir differenti, vigneti da cui nascono uve a bacca rossa come il Sangiovese ed altri vitigni autoctoni tra cui il Pugnitello e il Canaiolo, ma anche dei bianchi ossia il Trebbiano e alcuni vitigni antichi come il Canaiolo Bianco, il Drupeggio, alcune varietà di Grechetto e il San Colombano ( varietà del Trebbiano)

Come dicevo, ogni appezzamento ha diversi terroir e in ognuno di questi coltiviamo l’uva per la produzione di ciascun vino, ad esempio il Chianti viene dalla zona bassa in cui si trovano terreni limosi molto ricchi di sostanze organiche dove il Sangiovese acquisisce più grassezza come mi piace definirlo, quindi meno acido e più rotondo e poi è decisamente più fruttato.

Sulla parte argillosa invece, sui terreni di Montepulciano, si trova una vigna a ridosso di un convento da cui nasce un Sangiovese decisamente minerale che troviamo nel nostro Nobile di Montepulciano e Rosso di Montepulciano Ermete, dalle vigne più alte a 600 mt sul livello del mare.

Abbiamo scelto di far invecchiare questi ultimi due vini in legni che non coprono l’eccezionale mineralità che li caratterizzano, in quanto l’obiettivo è preservare le peculiarità del territorio.

Perché avete deciso di produrre vini naturali?

La scelta di produrre vini naturali risale a dieci anni fa, ed è frutto della nostra filosofia che si basa sulla custodia della vita nei terreni e di conseguenza nel vino finale.

Nel corso degli anni abbiamo capito che l’unico modo per produrre dei vini davvero identitari e quindi vera espressione del territorio, è quello di lavorare la terra senza l’uso di prodotti chimici e senza lavorazioni meccaniche invasive, stessa cosa ovviamente anche nei processi di cantina: lavorare l’uva dalla vigna alla bottiglia senza gravi interferenze.

Inoltre da quando lavoriamo in modo naturale, abbiamo notato che nel tempo le vigne si sono bilanciate in modo autonomo e riescono ad autorigenerarsi, dandoci tutta la sostanza di cui abbiamo bisogno.